lunedì 22 febbraio 2010

Le giuste condizioni

Si pensa spesso "Scriverò quando tutte le condizioni saranno adatte" e ci piace immaginarci in uno studio ben arredato, con la luce fioca di una abat-jour, a sorseggiare un liquore, mentre fuori la notte è fonda e talmente scura da non distinguere le proprie mani. Immaginiamo che la neve ricopra pesante ogni cosa mentre ci accingiamo a porre su carta le più disparate acrobazie della mente. Aspettiamo sempre che ogni cosa sia al proprio posto. Ma cosa esattamente, e quali sono le condizioni adatte ad aprire il proprio cuore al mondo? Probabilmente una risposta completa ed oggettiva non ci potrà mai essere, poiché ognuno cerca come può di immaginare cosa accada a chi ha già faticato per guadagnarsi un posto tra gli scaffali delle librerie. Ognuno poi personalizza questo stato fisico e mentale. Ma in pochi si sforzano di abbandonare il tepore delle coperte, in una notte invernale e sfidare ogni peripezia perdendo tempo da dedicare al riposo, solo per spremere dai propri occhi semichiusi dal sonno un accenno di incipit, un rigo di trama, un punto di personalità. Siamo convinti che ci spetti di diritto essere riconosciuti come le “belle intelligenze” del nostro tempo solo essendo guardati negli occhi, ma senza apportare alla società nemmeno un personaggio in grado di durare per le poche pagine del nostro racconto. Ci vogliamo illudere che ogni nostro sforzo sia prezioso, perciò conserviamo l'audacia e la forza per quando non avremo più bisogno di usarle. Solo chi decide di non poter vivere senza scrivere, senza creare dal nulla la vita artificiale e vederla danzare sotto i propri occhi, lascia ogni preoccupazione effimera per trasporla sul supporto che più ci aggrada, per il proprio e, più raramente, per l'altrui bene.
Anche quando, dopo una giornata fra le parole, gli occhi incominciano a dolere e a prudere, il vero scrittore non concede loro tregua, ed alzando rassegnato lo sguardo al soffitto, sa che è il momento di lasciare ogni cosa e dedicarsi alla cura dei suoi protetti: i personaggi, i propri sentimenti, il proprio cuore.
E' così che funziona. Non il caffè ormai bruciato sul fuoco, non il rigirarsi della propria compagna sonnolenta nel letto, non l'alba arrivata troppo presto può impedire al vero scrittore dal compiere il suo dovere, anche se ogni cosa scritta sarà successivamente eliminata. Questo fa parte del piacere dello scrivere...

Antonio Liaci

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