venerdì 15 maggio 2009

Xiuquan

Ah sì..

Quell’incontro con Leopardi ci era proprio piaciuto.

Chissà perché poi quel professore era stato cacciato?

Infondo il suo operato non poteva esser tanto male se metteva gli studenti dei suoi corsi in condizione di fare esperienze del genere..

Ma i nostri baldi culturalizzandi non hanno avuto modo di conoscerlo. Fu cacciato anni prima che loro si iscrivessero a quell’uni.

Ed erano di nuovo lì. Un’altra sessione era conclusa, una nuova era in arrivo, ma si scherzava e si rideva chiacchierando di tutto ciò avesse un qualsivoglia interesse nella loro mente da gnoseonauti.

Stesso posto, vestiti diversi, posti diversi, espressioni diverse.. anche il discorso era diverso. Leopardi, dopo quell’esperienza, era diventato un argomento tabù. Nessuno volle più parlarne. Anche quando per caso qualche altro collega di corso si ritrovava a citarlo, i nostri tre, si scambiavano qualche occhiataccia di confidenza o semplicemente abbassavano lo sguardo, cercando, come unica soluzione, l’astensione dal discorso o, a volte, addirittura la fuga.

Storia cinese questa volta. La rivoluzione dei TaiPing. Per i non addetti ai lavori una descrizione esaustiva di tali avvenimenti storici sarebbe superflua e inopportuna, me ne rendo conto. Mi limiterò a dire che avvenne a metà del XIX sec e che fu una rivoluzione importantissima, promossa e messa in atto da “la setta degli adoratori di Dio”, fondata da Hong Xiuquan.

Di lui stavano parlando..

Del fondatore della setta..

Del rivoluzionario..

Di quello che ha messo in piedi una rivoluzione durata oltre 10 anni..

Una rivoluzione che ha mietuto vittime per un ammontare compreso tra i 20 e 40 milioni di anime..

Proprio lui..

Di nuovo lo stesso errore: no, non ne parlavamo in termini seri.. nemmeno di lui.

Abbiate pazienza.. non abbiamo mai speso parole di encomio riferendoci alla loro profondità storica. Solo simpatia e giovialità. Beh.. a ognuno il suo. :þ

Stessa location: muretto, aiuola, odore di terra bRuciata ancora nell’aria e, ctonie o ben nascoste dall’erba, tracce dello stargate dell’ultimo viaggio.

Mario: .. che state studiando voi? Che pensate di dare a giugno?

Rubens: io pensavo di dare storia, questa volta.. ho quasi finito il mattone biblico, poi mi metto sugli altri due piccoli..

Antonio: si anch’io darò storia.. il mattone l’ho finito ieri. Oggi faccio un salto in libreria per comprare gli altri due.

Mario: potremmo darlo insieme! Anch’io ho quasi finito il mattone..

Rubens: a che punto stai tu?

Mario: ho appena finito la rivoluzione dei Tai ping..

Rubens: madò! Hai visto che flash?

Antonio: è quella di Hong Xiuquan, vero?

Rubens: ragazzi che storia!! Sapevo che questa facoltà sarebbe stata interessante, ma non pensavo che sarebbe stata così interessante!

Mario: eheheh.. si! è piaciuta una cifra anche a me..

Antonio: ma voi credete che sia vera quella storia degli esami?

Rubens: ah boh.. dici che magari hanno falsato le fonti storiche per fargli fare bRutta figura?

Mario: beh si.. i cinesi ce l’avevano sto vizio..

Rubens: madò come mi piacerebbe..

Mario: nooooo!!!!

Rubens: .. andarci a parlare.. (si alza.. pugno sulla mano, forte, tanto da far Rumore.. piede destro al centro del disegno e..)

.. buio. Un’altra volta..

Mario: (sdraiato per terra, con una roccia sotto la schiena, altezza reni.. ) ma porca putt.. co’ tutta la cina, proprio su sta roccia dovevo cascà?..

Antonio: .. Ru! Ma non t’era bastata?.. che male.. ho dato una capata ad un albero..

Rubens: ragazzi.. vi siete fatti male?

Mario: .. stavo meglio prima.. (si guarda intorno, vede Antonio vicino ad un albero.. con una mano tiene gli occhiali e con l’altra si massaggia energicamente la testa..) .. ma tu dove sei Ru?

Rubens: sto qua..

Mario: (sgrana gli occhi.. si guarda di nuovo intorno..) mica ti vedo..

Antonio: ma che è?.. che succede? (si rimette gli occhiali e pian piano riapre gli occhi)

Mario: oh Ru.. io non ti vedo..

Rubens: eh..

Antonio: ma che è?.. e tu come ci sei finito lassù?

Mario: lassù dove?

Rubens: qua.. (abbracciato ad un ramo con gambe e braccia penzoloni..) più che altro ora mi direi come ci scendo io da quassù..

Antonio: ah.. eh..

Mario: mmm…

C’era un sentiero proprio sotto il ramo su cui era Rubens, il disegno era lì, sopra la terra battuta del sentiero, perfettamente visibile stavolta..

Antonio: in due non ce la possiamo fare.. però infondo non è troppo alto, secondo me se ti butti bene, riusciamo a prenderti.. anche se sarebbe decisamente meglio se fossimo di più..

Mario: capirai! E come facciamo qua? Guarda sto sentiero! È piccolo e fatto di terra battuta.. siamo sicuramente vicino ad un villaggio piccolo, potremmo dover aspettare giorni prima di incrociare qualcuno su questa strada!

Rubens: giorni?!

Antonio: e allora che ci inventiamo?

Mario: potresti cercare di restare appeso per le braccia.. noi dovremmo riuscire a prenderti anche in due da quell’altezza..

Rubens: eh?! Nono! Io non mi muovo da qua.. per le braccia?! In testa, l’hai presa la botta, non alla schiena!

Antonio: no.. quella l’ho presa io..

Mario: e dai! Ce la puoi fare!

Rubens, un po’ titubante, si guarda intorno e valuta le possibili strategie di spostamento facendo piccoli movimenti con braccia e gambe in modo da capire esattamente la sua posizione in relazione al ramo.

Dopo pochi minuti, con rinnovata risolutezza, mette in atto quella che nella sua mente risultava essere la migliore strategia: slancio con la gamba destra e via.. il peso scivola dolcemente sul lato sinistro del ramo trovandosi così appeso per le braccia, con le mani unite sopra il ramo.

Antonio: grande Ru!

Mario: sapevo che ce l’avresti fatta! Allora adesso.. noi ci sistemiamo uno di fronte all’altro.. cerca di cadere di schiena, così non ti fai male alle gambe, vedrai che ti teniamo, ok?

Rubens: …

Mario: ok? Cerca di portare gambe avanti allora, ok?

Rubens: …

Antonio: dai.. facciamo al 3..

1..

2.. chi cazzo è quello?

Da dietro un albero, si affaccia una figura minuta, con gli occhi curiosi da cerbiatto.. timido e spaurito come un bambino..

Rubens: !!

Mario: ci daresti una mano? Dai vieni qua! Cerchiamo di prenderlo al volo!

Hong: io? Dici a me?

Mario: ho capito va.. Antò, facciamo per conto nostro.. a me questo me pare scemo..

Antonio: si, tu! Dai vieni qua, dacci una mano!

Con passo incerto, Hong si avvicina, si mette affianco ad Antonio, di fronte a Mario. È più magrolino di quel che sembrasse da dietro l’albero.. infondo il suo aiuto non sarà determinante per l’impresa.

Mario: oh Ru! Pronti allora, eh?

Antonio: 1..

2..

3..

Rubens molla la presa..

Le mani si separano..

Nella testa di ognuno quegli istanti durano ore infinite..

Come se il pensiero avesse raggiungo una velocità tale da percepire il normale incedere del tempo in slow motion, come al cinema..

L’espressione di Rubens è da film.. grattacielo infuocato e attore principale che cade di schiena, primo piano dall’alto. Espressione di sorpresa: occhio aperto, bocca aperta e urlo strozzato in gola..

Gli altri due nostri culturalizzandi sono sotto il ramo, ignari di tutto ciò, ma concentrati con sguardo fisso in alto, gambe piegate e braccia pronte ad accogliere Rubens. La loro espressione è diversa: sembrano cani seduti vicino alla sedia del padrone a cena, in attesa di qualche gentile concessione o di qualche spontaneo dono.

Da fuori la scena è ben diversa. Tutto dura un istante: Rubens separa le mani, porta le gambe avanti, l’amicizia e la voglia di scendere lo attirano al resto del gRuppo che, prontamente, lo accoglie e lo sostiene nel contraccolpo. Un attimo.

È andato tutto bene. Ma dentro ognuno di loro, le cose sono andate molto diversamente. Quei due secondi di volo libero, per Rubens, sono stati il sogno di una vita e l’incubo che la stessa finisse..

In tutto ciò, tra i nostri amici, due nuove braccia avevano scampato il peggio e lasciato a Rubens la sensazione di un incubo insoluto: quelle di Hong..

Mario: come va Ru?

Antonio: compare.. tutt’apposto??

Hong: ? (espressione candida e curiosa)

Rubens: si ragazzi tutto bene.. mannaja la miseria che paura..

Mario: grandi! È andato tutto bene!

Antonio: Grazie! Sei stato gentile a darci una mano..

Mario: grande! Sei stato grande anche tu!

Rubens nel frattempo si stava rialzando. Tempo di mettere un po’ in ordine felpa e pantaloni. Sguardo di complicità con i due e di gratitudine con Hong.

Rubens: bene.. ora va meglio, eh? Grazie ragazzi.. e grazie anche a te! (gli tende la mano) sei stato forte, grazie. Come ti chiami? Io mi chiamo Rubens.

Tutti e tre i gnoseonauti avevano subitaneamente sviluppato una spontanea dolcezza nei confronti di questo ragazzo mingherlino dagli occhi gentili. E tutti e 3 erano convinti che fosse tanto giovane quanto sciocco..

Hong: Hong.. mi chiamo Hong. No no.. non ho fatto niente.. praticamente hanno fatto tutto loro.. (ed era la verità.. al momento dell’atterraggio, Hong aveva retratto le braccia..)

Mario: è vero.. non ci siamo nemmeno presentati.. scusami.. piacere Hong, io mi chiamo Mario.

Antonio: piacere! Io invece mi chiamo Antonio. Sei stato forte! Ci hai dato una grande mano.

(era evidente che gli altri 3 non si erano accorti di niente..)

Mario: ora.. esattamente.. perché siamo qua?..

Antonio: ah è vero.. guarda come si vede bene il sigillo, stavolta!

Rubens: è vero! Guarda come si vede bene! Chissà che lingua è questa..

Mario: ah boh..

Antonio: sarà qualche alfabeto egiziano antico.. boh.. o magari indiano.. proprio non so..

Mario: si.. ma chi l’ha attivato stavolta?

Rubens: mi sa io..

Antonio: si.. mi sa pure a me.. di chi stavi parlando però?

Rubens: eh..

Mario: parlavamo di storia.. della rivoluzione dei Taiping!!

Rubens: ah si.. Hong Xiuquan!

Hong: di me?

Antonio, Mario e Rubens si girano nello stesso istante verso la stessa direzione e abbassando tutti e tre un pochino lo sguardo per guardare gli occhi da donnola di quell’infausto figuro..

Antonio: tu sei Hong Xiuquan?

Mario: .. oh.. mio.. dio..

Rubens: ahahaha ma dai!!

Antonio: sei davvero tu Hong Xiuquan?

Hong: .. si

Rubens: ahahahahaha

Mario: .. ok

Hong: voi chi siete?

Antonio: siamo.. studenti.. stavamo..

Mario: tornando a casa da un esame..

Hong: anche voi?? Com’è andata a voi?

Mario: ancora non lo sappiamo.. dobbiamo tornare tra qualche giorno per i risultati..

Antonio: a te com’è andata?

Hong: mi hanno bocciato.. un’altra volta.. è la terza ormai..

Rubens: ahahahahahaha

Hong: ma perché ride tanto il vostro compagno?

Mario: perché.. lui.. è str..

Antonio: perché lui è stato promosso..

Mario (sottovoce verso Rubens): la finisci o no? Questo c’ammazza a tutti!

Rubens: ma a chi? Con quale esercito? Ma come fa questo a essere il capo di una rivoluzione come quella dei Taiping?

Mario: magari crescerà.. ma che ne so..

Hong: tornando dall’esame mi hanno dato questo volantino.. parla di una nuova divinità.. lo chiamano Gesù.. dicevano che perdona tutti.. che ha dei poteri speciali.. e che è immortale.. ma non come gli immortali che conosco io.. lui è morto.. e poi è diventato immortale.. non ho capito bene..

Rubens: ahhh.. la storia del volantino, allora è vera!

Antonio: eh si!

Mario: senti Hong.. ma è la prima volta che senti parlare di Gesù?

Hong: si.. al mio villaggio nessuno ha mai usato questo nome.. neanche mia madre, che conosce tutto, mi ha mai detto niente in merito a questo Dio..

Antonio: evidentemente, non sa tutto.. nessuno sa tutto..

Hong: no, lei sa tutto.. è lei che mi fa studiare per gli esami da funzionario.. questa è la terza volta che non lo supero.. stavolta mi ucciderà.. e poi con questo periodo che sta vivendo la Cina.. c’è oppio ovunque! Mia madre dice che prima o poi succederà qualcosa.. e che se non succederà da sola, lo farà succedere lei.. sapete, mia madre ha un caratteraccio.. proprio non so che farà quando le porterò la cattiva notizia.. potrebbe anche uccidermi.. per questo ho comprato un po’ di oppio.. almeno prima di morire potrò dire d’aver provato un po’ di tutto..

Mario: hai comprato dell’oppio?

Hong: si.. avevo deciso di fumarlo prima di tornare a casa.. so che l’oppio fa venire la febbre e sembrar malati.. quindi pensavo di fumarlo vicino casa, fingere un malore e usare la salute cagionevole come scusa per la bocciatura..

Antonio: mica male..

Rubens: si.. potrebbe funzionare..

Mario: abiti lontano da qui?

Hong: no, praticamente son arrivato.. in realtà stavo fumando, quando vi ho visto parlare con un albero.. pensavo fossero i primi effetti dell’oppio.. poi ho visto il vostro amico.. mi spiace di non potervene offrire, ma l’ho già fumato tutto..

Rubens: tutto te lo sei fumato??

Mario: non te ne preoccupare.. non fa niente..

Antonio: grazie lo stesso..

Mario: strana idea.. però sta funzionando, stai cominciando a diventare un po’ pallido.. forse è meglio se vai a casa..

Hong: si.. infatti mi gira pure un po’ la testa.. spero di rincontrarvi.. nei prossimi giorni vi verrò a trovare da queste parti.. spero di ritrovarvi qui..

Antonio: ma si, tranquillo.. ci saremo..

Hong, con passo cauti e andamento incerto, si dirige verso casa.

Mario: quello era Hong Xiuquan..

Rubens: ma pensa te..

Antonio: la storia dell’oppio non c’era sul libro!

Rubens: però quella del volantino si!

Mario: vuoi vedere che è per questo che poi si convince che è il fratello minore di Gesù Cristo?

Antonio: perché stava fumato d’oppio?

Rubens: può darsi.. ma si, è sicuramente così!!

Mario: questa non l’avevano scritta davvero nel libro di storia!

Antonio: anche la storia della madre aggressiva e guerrafondaia, mica c’era!

Rubens: alla fine mi sa che la rivoluzione l’ha fatta la madre.. altro che il fratello minore di Gesù Cristo.. è stata la Madonna cinese a mettere in piedi la rivoluzione dei Taiping..

Passarono 3 giorni..

Antonio, Mario e Rubens li passarono cercando di risolvere alcuni misteri ancora presenti, come:

- Come avevano fatto a comunicare con Hong, ognuno con la propria lingua, ma capendosi perfettamente?

- Chi aveva scelto per loro, il momento e il luogo più adatto per incontrarlo?

- Avrebbero dovuto o meno raccontare la verità dei fatti storici una volta tornati?

- E con quali argomentazioni li avrebbero supportati?

Alla metà del terzo giorno, Hong, con andatura più sicura e sguardo alto, raggiunge i nostri compagni.

Hong: ciao ragazzi! Scusate il ritardo, ma ho avuto la febbre.. l’oppio è tremendo.. avete fatto male a non fumarne.. mi ha permesso di conoscere la verità..

Mario: (sotto voce) ecco fatto..

Antonio: che verità?

Hong: non so se posso rivelarla..

Rubens: ma come no? A noi? Mi hai anche salvato la vita! Ma certo che puoi!

Hong: beh..

Mario: ma io non credo sia bene parlare di questo..

Antonio: si.. lo credo anch’io..

Hong: io sono il fratello minore di Gesù. In sogno mi ha donato la spada.. mi ha detto che io libererò la Cina dall’oppio e dagli invasori dagli occhi tondi..

Mario: ecco fatto..

Antonio: ma.. esattamente.. quanto oppio hai fumato?

Rubens: ah.. la spada! È vero! Me n’ero scordato..

Hong: scordato? Come fai a dimenticare qualcosa che ancora non sai?.. siete le prime persone a cui lo dico..

Mario: ma no.. lascia perdere.. deve avergli fatto male cadere dall’albero..

Hong: ora capisco.. voi siete il mio segnale.. devo credere all’impossibile..

Antonio: ?

Mario: eh?

Hong: ma si! vi ho visto parlare con l’albero, ma sull’albero c’era lui! Non sono matto! Dietro il mio sogno c’è una verità che ancora non conosco, ma devo fidarmi! Il tempo risolverà i miei dubbi come lo ha fatto vedere lui sul ramo! Grazie ragazzi! Vado in paese! Ne parlerò con tutti.. ma prima di tutti con mia madre, lei capirà.. e mi sosterrà!

Rubens: mannaja la miseria..

Antonio: ecco fatto..

Mario: cioè.. praticamente la rivoluzione dei Taiping l’abbiamo fatta noi..

Un solo istante.. tutti e 3 sguardo basso.. senso di colpa.. ecco perché il professore è stato cacciato..

Rubens: andiamo a casa..

Mario: si..

Antonio: …

Rubens: dai.. facciamo come l’altra volta..

Si danno la mano, battono il piede per terra e..

In pochi secondi a casa..

Mario: dobbiamo smettere di venire qua.. o smettere di parlare di personaggi che hanno messo su rivoluzioni o cose del genere..

Antonio: si.. son d’accordo..

Rubens: per Hong Xiuquan, la rivelazione della verità ero io appollaiato su un ramo..

Mario: non lo voglio più dare l’esame di storia..

Speriamo che abbiano imparato la lezione..


Mario Viscovo

3 commenti:

EstroNascente ha detto...

La parte di Rubens che non vuole buttarsi...quantomai realistica.
2 coglioni pensarla,2 coglioni scriverla, 2 cogloni leggerla. Indovinate quanti a VIVERLA???

WhiteWolf ha detto...

Posso permettermi di dire (visto che sono il diretto interessato) che è abbastanza seccante viverla anche in prima persona...dannate vertigini!

Mario ha detto...

nessun realismo :)
La realtà si racconta da sola.
Quel che racconto io è solo un mondo letterario fatto di trastulli e giochi.. niente di +.

Il Rubens di questi testi è un Rubens irruente, ironico e autoironico. Senza avventure bislacche, la sua natura estremizzata non avrebbe occasione di rivelarsi.
Un altro modo per dire che questi personaggi colgono spunti dalla realtà, non la descrivono.

Grazie per aver letto.

Estronascente, l'ho scritta e pensata da solo, i coglioni non erano due. E immagino che anke tu l'abbia letta da solo ;þ