lunedì 29 novembre 2010

Suite for Malcolm


Auditorium di Roma. Foyer della sala principale. Sulla destra c'è un parate con una fila di tavole in bianco e nero che celano un mondo fatto di schizzi e note musicali. “Suite for Malcolm” è una mostra di tavole disegnate da Francesco Chiacchio in occasione del tributo a Malcolm X da parte del sassofonista Francesco Bearzatti. Una collaborazione nata per comporre una tema musicale e visivo dell'attivista afroamericano.

Chiacchio è un artista che fa strada nell'ambiente fiorentino, illustrando libri come 90 secondi all'inferno. Storie Jazz di Gianluca Monastra e Massimo Basile, e collaborando con la pagina culturale della Repubblica della zona. Il ragazzo si crea uno stile molto personale capace di catturare sin da subito gli occhi degli osservatori. Bearzatti, invece, dal sax acido e psichedelico, per il suo Tinissima Quartet genera un lavoro multimediale realizzato con tecniche diverse e video-proiezioni live per un progetto discografico italiano. Il tutto coronato dalla supervisione editoriale di Antonio Vanni che pubblica il fatto. Al Parco della musica romano dall'11 al 27 novembre 2010 è stato possibile godere di questa esperienza, che rimane impressa in un gioco vetusto di chiaro scuri.

Superata una tabella con breve spiegazione biografica inizia il viaggio nell'epoca storica di Malcolm X. È proprio dalla ventiquattresima lettera dell'alfabeto che si visualizza sulla prima tavola, “X” dove nel suo interno si notano sagome di afroamericani che compongono una folla su sfondo bianco. Come a metaforizzare immediatamente le ingiustizie razziali degli Stati Uniti degli anni '50 e '60. Sono onirici orrori della segregazione subita dagli inventori del jazz, da animi stanchi dei lavori forzati e della diversificazione nazionale. “Verso Boston” sposta lo sguardo su un ponte nei quali archi ci sono dei volti scuri ed una locomotiva corre verso la città. “Ku Klux Klan” terrorizza rappresentando figure incappucciate e simboli esoterici molto pericolosi sul piano sociale. La contrapposizione, quindi, diventa sempre più evidente disegno dopo disegno. “Jazz” infatti si spiega da se, il fumo di un night sospira dall'immagine stessa, gente che balla liberando l'essenza musicale di una jam session in corso. In seguito “White man” colpisce duro, manganelli branditi con violenza cadono su corpi accasciati dal dolore. “Malcolm X” che osserva nel riflesso di occhiali che non lasciano intravedere il suo sguardo sicuro. Si fanno capire delle tonalità noir, quasi fummettische tavolo dopo tavola. Una visione sognante di quella realtà si insinua contemplando “Conversione”: una figura malinconica, in piedi su una mare di carte e libri, fissa uno spicchio di luna durante una sera stellata.

L'inchiostro su acetato di Francesco Chiacchio si esalta da sé in un astrattismo concettuale molto profondo. L'esposizione non si ferma all'apparenza delle raffigurazioni ma sale su per il naso recuperando un profumo che non sbiadirà mai nei secoli dei secoli. Da vedere di sera, con calma, in una riflessiva serata autunnale.


Rubens Lanzillotti

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